mercoledì 10 febbraio 2021
Io ho il sospetto che la storia della Sardegna sia stata più importante di quello che vogliono farci credere
giovedì 4 febbraio 2021
Imparare le tradizioni dai nostri anziani.
![]() |
Il tempo libero delle donne anziane in Sardegna
quadro di Maria Antonia Porru (www.pitturiamo.com) |
Se proprio devo dire la mia, penso che la figura femminile sia stata di centrale importanza in tutte le culture. Perchè la componente femminile dell'umanità è il 50% non solo numerico ma anche spirituale e concettuale. Il mondo è diviso in 2 ed è filosoficamente assurdo e incongruente pensare che il bianco possa esistere senza il nero, il giorno senza la notte, l'unità senza la molteplicità e via dicendo. Semplicemente, in alcune cultura è rimasta maggiore traccia in altre meno.
Postando questo quadro che ritrae uno squarcio di vita quotidiana delle nostre "zie" ovvero delle donne anziane, mi sovviene un pensiero e anche una preoccupazione.
La cultura è scrivere, costruire, socializzare e tante altre cose. Ma in essa vi sono anche i mores (come dicevano i latini) ovvero i costumi, le abitudini, le consuetudini. Identità è riferirsi al retroterra culturale da cui si proviene.
Perchè se non sai da dove vieni, non potrai mai essere libero di decidere chi essere e dove andare.
Così non possiamo ignorare che gran parte dell'identità sarda è basata anche sulle nostre tradizioni e tutto quell'insieme di conoscenza pratica, artigianale e quotidiana che i nostri vecchi portano con se e tramandano generazione dopo generazione.
In realtà questo è un problema che non si ferma all'isola di Ichnusa, alla nostra amata Sardegna ma che riguarda tutte le identità etniche di ogni parte del globo. Il progresso avanza e se non ci si prende maggiore cura di conservare il patrimonio culturale delle generazioni precedenti, le nuove generazioni saranno scollegate da quelle precedenti in un meltin pot (crogiuolo) di influssi culturali di decine di etnie e nazionalità.
Se prima, la mamma e la nonna trasferivano alla figlia la conoscenza delle faccende di casa, delle ricette e di quei piccoli trucchi che solo gli anziani conoscono, adesso questa trasmissione sempre interrompersi troppe volte.
Vuoi per l'impossibilità di continuare a vivere fianco a fianco il tempo che basta per trasferire conoscenza vuoi per una mancanza di volontà di apprendere questa conoscenza pratica da parte dei più giovani.
I dolci secchi fatti sulla pasta di mandorle hanno un senso. Parlano di Sardegna, della sua storia, della sua geografia, dello sforzo degli uomini e donne sarde di arrangiarsi con quello che la campagna offriva.
Il minestrone, la zuppa gallurese, la seadas, i ravioli, latte e castagne, la cordula, la pecora in cappotto e potremmo continuare all'infinito.
La domanda è: questa conoscenza, questa capacità, questo know how verrà trasmesso? Verrà conservato? Sarà ancora patrimonio della nostra cultura?
O rischiamo di essere superficiali e disattenti e vedere queste abilità morire con la morte degli anziani che ancora le padroneggiano?
Pensiamo sempre ad altro, pensiamo sempre ad altro ma non è un crimine conservare questa conoscenza, anche quando ci si lancia senza timore verso il progresso dei nuovi linguaggi di programmazione informatica o verso l'uso di nuovi strumenti tecnologici.
Si può essere NERD (appassionati di tecnologia, internet e videogiochi) ma allo stesso tempo appassionati di tradizioni, di cultura etnica e della propria terra. Chi dice il contrario è solo un personaggio pazzo o malvagio. O entrambi.
E' vero che inizia da ognuno di noi, conservare tutto questo. Forse ogni sardo dovrebbe andare dagli uomini e le donne di una certa età e cercare di attingere tutto ciò che hanno da raccontare. Si dovrebbe tenere traccia scritta o video di tutta quella cultura. Se dicono cose inutili si fa sempre in tempo a buttarle via. Ma quando gli uomini e donne muoiono ciò che si portano dentro, potrebbe non essere più ritrovabile da nessuna parte.
Parlo anche della conoscenza delle erbe, delle tradizioni magico-spirituali che in Sardegna esistono anche se se ne parla sempre meno. Ma la Sardegna non è solo cattolicesimo romano. E' un territorio in cui la religiosità ha sempre assunto molteplicità facce su cui il cristianesimo spesso si è solo superficialmente sovrapposto.
Come al solito, il grido di aiuto va verso i nostri amministratori, sindaci e governatori. Prendete provvedimenti per preservare la nostra memoria. Fate in modo che i giovani vadano dai nostri vecchi e le nostre vecchie e traghettino quella sardità nel futuro.
Saludos.
lunedì 1 febbraio 2021
Lingua Sarda, un sardo ci spiega tutto riguardo a questo argomento.
Ma invece che farlo noi, preferisco dar voce ad una persona che espone l'argomento in modo migliore, decisamente migliore rispetto a quanto avremmo potuto fare noi.
Un'esposizione talmente curata nei dettagli e espressione di una grande preparazione sul tema che credo sia obbligatorio lasciare la parola semplicemente al signor Massiliano Rosa (qui il suo account Facebook per chi volesse approfondirne la conoscenza).
lunedì 25 gennaio 2021
Indipendentismo si o indipendentismo no?
Ma così non dovrebbe essere.
Sia chiaro, prima di dire che si è indipendentisti, che si è contro l'indipendentismo, che lo si giustifica od osteggia occorrerebbe specificare cosa si POSSA intendere con questo concetto.
Indipendentista è l'idea che la Sardegna, già separata dal resto dell'universo da un mare (meraviglioso) che la circonda, sia anche politicamente separata e, quindi, indipendente dal resto.
Nello specifico dallo stato che al momento la ingloba e ne detiene la sovranità e che prende il nome di Italia. Anche se, è assodato, anche quest'ultima si è fatta in gran parte assorbire da un nuovo stato sovranazionale (nel senso che va oltre la nazione) che continua un'opera (secondo me) di distruzione e non di costruzione.
Il punto è forse qui: abbiamo degli stati e abbiamo delle nazioni. Nazioni intese come gruppi di individui che parlano di se vedendosi come un gruppo unitario dal punto di vista della storia, della cultura, della lingua e delle tradizioni. Stati intesi come agglomerati politici e amministrativi.
Lo stesso, per contro, non si può dire degli USA. Che è vero sono divisi in 50 stati ma che di fatto sono un'unica nazione. Che con il tempo è diventata multietnica, è vero, ma che continua a parlare una lingua e che si rifà ad uno zoccolo culturale ormai abbastanza uniforme che possiamo addirittura chiamare "americanesimo". Il merito? Chiedete a quelli di Hollywood, come ci siano riusciti.
Torniamo a noi.
Siamo indipendentisti? SI e NO.
Si, lo siamo perchè la Sardegna è unica, il suo popolo è unito e si riconosce lontano un miglio come distinto dagli altri. La prova? Siamo l'unico popolo che quando emigra dissemina l'universo di centri di aggregazione per sardi all'estero. Una volta ho fatto una ricerca. Sono tantissimi. Mentre non si è mai visto un centro di aggregazione di lombardi o piemontesi all'estero. Per dire. Al limite un centro culturale di italiani all'estero. Appunto.
No, non siamo indipendentisti perchè la deriva che questo termine ha preso è talmente connotata di risvolti politici che rischieremmo di finire nel calderone di chi ha banalizzato adesso il concetto.
Esistono partiti che sono nati per rendere la Sardegna libera dall'occupazione straniera e coloniale e che sono diventati la caricatura di se stessi. Un indipendentismo che non racconta niente di nuovo da un punto di vista culturale e che è anche controproducente per la nostra libertà.
Cosa penso? Penso ad una Sardegna indipendente nei fatti più che nelle costituzioni. Una Sardegna che possa decidere in modo autonomo (VERAMENTE) le proprie leggi e disposizioni. Se questo può essere fatto nell'ambito di una federazione con il resto d'Italia, con una maggiore autonomia o con una separazione effettiva dalla penisola è cosa secondaria e non da affrontare ora.
Ora, quello che conta, è il sentire, lo stato d'animo, il movimento culturale.
La politica ora è meglio lasciarla da parte. D'altronde non è proprio serio vedere esempi come un partito che nasce per l'indipendenza e per il sardismo, trovarsi alleato e forse vassallo di un partito le cui radici affondano nella difesa del "suo" territorio. Ma questo è un altro discorso.
Ma che un sardo sia italiano e che possa sentirsi italiano, non nasconde che un sardo è prima di tutto un sardo. E' diverso. E' il figlio di una terra meravigliosa che tanto ha dato all'umanità nei millenni scorsi e che, dopo un lungo sonno silenzioso, tanto ancora ha da dare a tutto il mondo.
Saluti.
sabato 23 gennaio 2021
Fa più Giacobbo per noi che l'assessore al turismo?
Talmente risaputo che sopra il nostro patrimonio ci costruiamo anche le rampe degli svincoli delle strade (zona industriale di Olbia, ma ne riparleremo).
Cioè abbiamo così tanto patrimonio archeologico che, agli occhi degli ottusi, questo diventa de-prezzato. Se hai tanto di qualcosa significa che non vale niente.
Se applicassimo questo ragionamento alle spiagge significherebbe che, invece che essere la maggiore fonte di entrate di questa isola e della nostra gente, dovremmo distruggerle proprio perchè ne abbiamo troppe e non hanno valore.
Ieri, come ultimamente spesso fa, il signor Sandro Giacobbo, personaggio televisivo di spicco della TV informativa (in particolare della corrente alternativa alle posizioni "ufficiali") ha di nuovo dedicato ampio spazio alla storia della nostra Sardegna. Su Italia 1 in prima serata.
La mia riflessione è ovvia e immediata. Ovvero penso proprio che porti più bene, più promozione e più visibilità alla Sardegna e anche alla vita le riprese di Giacobbo (ieri a Olmedo per mostrare la fortezza pre-nuragica di Monte Baranta) piuttosto che l'intero operato non di uno ma di tanti assessori al turismo regionali e, probabilmente, di tutto l'esecutivo.
Non sono una persona che tende ad annichilire gli amministratori e i politici sull'onda del populismo per cui sono SEMPRE tutti degli incapaci. Non lo sono. Ma quando ci sono degli incapaci, occorre anche dirlo.
Non è un problema di soldi. Non è un problema di soldi. Non è un problema di risorse nelle casse delle regioni. E' un problema di competenza, di visione e di programmazione.
C'è così tanto da fare che il poco che stiamo facendo non è sufficiente.
Abbiamo una lingua bellissima che viene studiata nelle università giapponesi ma non nelle scuole sarde, abbiamo lavori artigianali che andrebbero preservati e valorizzati e non lo sono, abbiamo una storia antica fra le più importanti del mondo (si, del mondo, non solo d'Italia) ma nei libri non vi è traccia anche se in Egitto ci sono corsi universitari sul nostro passato. E mi fermo qui.
La morale? C'è una morale? Si.
E poi riuniamoci e riparliamone.
giovedì 21 gennaio 2021
Possibile che solo adesso qualcuno si sia reso conto?
Il sardo li conosce da così tanto tempo che li tratta come componenti della famiglia. Li conosce e praticamente (sbagliando) li da anche un pò per scontati.
Come avere una moglie bellissima e viverci insieme da così tanto tempo che, ad un certo punto, puoi correre il rischio di darla per scontata.
Si, si parla di questi monumenti caratteristici (caratteristici? sono unici e incredibilmente favolosi) ma niente di più.