Qualcuno prima o poi metterà l'attenzione che la Sardegna è un luogo dove non per pochi anni ma per centinaia e centinaia di anni ha visto le più importanti attività ed eventi della pre-storia. Non preistoria ma pre-storia ovvero tutti quegli avvenimenti che sono accaduti in un periodo storico lontano, precedente una sufficiente trascrizione scritta degli eventi.
Proprio la mancanza di grandi riferimenti scritti ha portato qualcuno (non sappiamo chi e nè perchè) ha dare enfasi a certi passaggi storici e trascurare altri punti.
Lo dico in modo semplice: è mia totale e ferma convinzione che la storia accaduta in quest'isola in un periodo che va dai 3000 anni AC fino ai tempi dell'invasione romana (circa un centinaio di anni prima della nascita di Cristo) sia stata molto, ma molto molto, molto più importante per l'intera civiltà occidentale (e anche mondiale) di quello che i lacunosi testi scolastici ci vogliono far credere.
Una altra mia convinzione è che quando un fatto viene alterato e non viene corretto in fretta, esso acquisisce credibilità solamente con il passare del tempo. Ovvero una bugia, se non smentita subito, diventa sempre più difficile da smontare man mano che passano gli anni.
Quindi se qualcuno altera dei fatti storici o ne omette degli altri, è difficile alzarsi una mattina qualche secolo dopo e cercare di riportare la verità alla luce. Perchè difficile? Perchè l'errore può essersi istituzionalizzato e essersi ormai diffuso e stratificato in molte discipline umanistiche. Rendendo di fatto veramente difficile sconfessare qualcosa. Anche avendo delle buone prove.
E la classica reazione di chi dice "E.... Adesso arriva (pinco pallino) e scopre che tutti gli altri avevano sbagliato"....
Concetto debole, molto debole. In realtà nella storia umana questo fatto succede molto, molto spesso. E funziona esattamente così: ovvero un presupposto dato per scontato alla maggioranza viene messo in dubbio da un pensatore e dopo di lui altri pochi pensatori che ne seguono o ne ricalcano in modo indipendente la strada.
Avremo modo di riparlare, anche da un punto di vista storico e archeologico, di questo vero o presunto ruolo della Sardegna e di quanto più e meno valida sia la posizione delle "istituzioni" culturali ufficiali che potremmo (in modo irriverente) definire un pò negazionista.
Ora non ci stiamo facendo prendere da voli pindarici e di fantasia su complottismi, paleo-astronautica (area di indagine scientifica che parte dal presupposto che civiltà tecnologicamente avanzate abbiano operato nell'antichità e interagito con l'umanità) e cose del genere.
Però la vita ci ha portato ad avere un approccio sereno e libero dinnanzi alle teorie e ipotesi. Perchè non c'è nè crimine nè peccato a provare a osservare le cose a un punto di diverso o mettere in discussione qualcosa. Perchè nessun fatto culturale o storico è sicuro al 100%, quindi sollevare delle perplessità è giusto e persino doveroso. Se si vuole un progresso di conoscenza.
Io ritengo che la Sardegna abbia avuto, in un periodo storico che va dai 4000-5000 anni prima di Cristo fino a metà del I millennio A.C. un ruolo non solo importante nel panorama storico del Mediterraneo ma addirittura centrale e fondamentale. Ritengo che questa terra fosse in collegamento prima che economico culturale e forse anche genetico con le vicende dei popoli del medio-oriente.
Penso che la Sardegna sia stata il primo punto di approdo di quell'onda lunga di progresso e crescita culturale e sociale che è partito alle zone dell'antica Mesopotamia e precisamente dalle prime culture umane (Sumeri e poi Assiri) per passare attraverso il medio-oriente, Egitto, Grecia e quindi Mediterraneo centrale.
Se si guarda con occhio nuovo ciò che è rimasto di questo lontanissimo ma non completamente scomparso passato nella nostra isola, è impossibile non porsi delle domande. Non è possibile che tutti questi indizi non abbiamo una chiave di lettura comune.
Vi lascio con un estratto di una conferenza di uno studioso di testi antichi, il signor Mauro Biglino, in cui in modo molto efficace ci parla della Sardegna legandola alla tradizione culturale che ci ha lasciato Platone in alcune sue opere principali. Da ascoltare con mente aperta.
Saludos.
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